Una vita al testosterone - A Wall Street sono sempre di più i banchieri
e i trader che fanno uso di testosterone L´ormone del manager che vuol essere
capobranco - di Federico Rampini, La Repubblica, 15 maggio 2012
A Wall Street il testosterone è
bisex? La famosa teoria per cui i trader più spericolati sui mercati finanziari
hanno alte dosi di ormone maschile, è messa alla prova dal caso di Ina Drew, la
capa della divisione investimenti responsabile dei 2 miliardi di perdite alla
JP Morgan, costretta ieri alle dimissioni ma non prima di essersi fatta una
fama come finanziera aggressiva e spericolata. La Drew non è la prima donna a
scalare i vertici di Wall Street (più in alto di lei c´è la numero due di Bank
of America). È stato preveggente il film «Margin Call» (appena uscito in
Italia) che ha affidato all´attrice Demi Moore un personaggio simile con una
responsabilità identica alla Drew: la gestione del rischio, un settore dove il
testosterone "scorre a fiumi", visto che anziché proteggere le banche
dalle perdite i protagonisti di queste attività sono spesso a caccia di
guadagni immensi, rapidi e azzardati. La dimensione "clinica"
dell´alta finanza attira un´attenzione crescente. Il New York Times cita dalla
rivista Cfa Magazine una ricerca firmata Sherree DeCovny secondo cui il 10% dei
banchieri di Wall Street sono "clinicamente psicopatici" (contro l´1%
nella popolazione generale).
Si moltiplicano i banchieri e
trader Street che fanno ricorso a cure di testosterone. Al punto che una
clinica specializzata ha aperto proprio nel cuore della City finanziaria di
Manhattan, suscitando l´attenzione del Financial Times. I manager della finanza
non cercano nel testosterone un aiuto per virilità e prestazioni sessuali
(checché possa far pensare un altro film recente ambientato in quel mondo,
"Shame"). Quello che vogliono è una droga che li renda più
aggressivi, più competitivi, più efficienti. Il boom nel consumo di
testosterone si è perfino accentuato dopo la crisi: perché siamo in epoca di
licenziamenti nelle banche, quindi "mors tua vita mea", la selezione
delle specie diventa più spietata e sopravvivono meglio gli alfa-animali, i
capobranco più cattivi.
Accanto al testosterone non è
diminuita la domanda di droghe più "tradizionali". La cocaina che
scorre a fiumi emerge da una delle più importanti indagini recenti su insider
trading. Un´indagine giudiziaria con personaggi che sembrano una sintesi
dell´élite di Manhattan: multietnica, sofisticata, a suo agio nelle tecnologie
avanzate, e ricca sfondata. Il procuratore capo in questo caso è Preet Bharara,
di origine indiana. La sua preda designata è una donna: Winnie Jiau, cinese
etnica, consulente nelle tecnologie avanzate con il vizietto di speculare
illegalmente su informazioni riservate. L´accusa ha portato a testimoniare
contro la Jiau un altro giovane protagonista della vicenda. Lui è Noah Freeman,
35 anni, brillante laureato a Harvard, trader finanziario per la società Sac
Capital. In cambio della protezione della polizia, e di un probabile sconto
della pena, Freeman ha vuotato il sacco. Ma non solo sulle tecnicalità
dell´insider trading. La sua testimonianza più sconvolgente è un racconto a
base di «funghi allucinogeni, karaoke bar a luci rosse, prostitute taiwanesi da
duemila dollari a notte». Un «contorno» alla vita spericolata che i trader
conducono di giorno, quando a Wall Street azzardano puntate di miliardi sui
titoli derivati. Le rivelazioni del trader pentito fanno breccia in un muro di
omertà. Un altro protagonista del giornalismo d´inchiesta americano, Danny
Schechter autore di «Saccheggio, Wall Street e il crimine dei nostri tempi», ha
parlato del «fattore testosterone» che domina nel mondo delle grandi banche, e
del silenzio che circonda questo fenomeno. «È davvero singolare - sostiene
Schechter - che si sappia così poco sul legame fra il sesso estremo e la vita
ad alta tensione, iperstressata dei nostri grandi banchieri».
Gli scandali esplosi alla luce
del sole finora si contano sulle dita di una mano. Come quello dell´ex chief
executive di Bp, John Browne, nonché ex membro del consiglio d´amministrazione
di Goldman Sachs, costretto a dimettersi per le rivelazioni di un escort-boy,
un giovane remunerato per prestazioni gay a pagamento. Perfino il mariuolo per
eccellenza, Bernard Madoff, ha dovuto aspettare di finire in carcere a vita
perché la sua amante-massaggiatrice vuotasse il sacco raccontando i suoi gusti
molto particolari. Jonathan Albert, psicologo con clienti a Wall Street, è il
solo esperto ad avere tradito il segreto professionale in questo campo: «I Vip
dell´alta finanza qui vivono immersi in un clima di narcisismo totale, la loro
stessa attività li rende insensibili agli effetti che le loro azioni hanno
sugli altri». Escort e droga non sono solo un premio di produzione per
incentivare i giovani al rendimento, o una gratifica offerta ai clienti più
facoltosi, spiega Albert: spesso sono «l´altra faccia di una vita vissuta ad
alta velocità».
Nessun commento:
Posta un commento