CRONACHE - 01/12/2011 - TALENTI IL VALORE DELLE IDEE - Quanto costa la
fuga dei cervelli - Le scoperte dei nostri ricercatori brevettate all’estero
valgono un miliardo di euro l’anno di Grazia Longo, http://www3.lastampa.it/
ROMA
Non solo perdita di prestigio. La
fuga di cervelli all’estero ci procura anche un danno economico: il sistema
Italia ci rimette ben 1 miliardo di euro all’anno. A tanto ammontano i 243
brevetti che i nostri migliori 50 ricercatori producono nel resto del mondo
invece che a casa nostra.
Un valore che proiettato a 20
anni arriva a toccare addirittura quota 3 miliardi di euro. È questo il costo
dell’abbandono che l’Italia paga in termini di mancata ricchezza, calcolato da
uno studio dell’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato ieri mattina
al Senato dalla Fondazione Lilly.
I dati sono a dir poco
allarmanti. Eccone alcuni. Solo nell’ultimo anno sono stati brevettate 8
scoperte dai 20 migliori ricercatori italiani fuori dal Belpaese come autori
principali, per un valore di 49 milioni di euro (115 milioni tra 20 anni). Ma
se si considera la totalità dei brevetti a cui i nostri 20 «top cervelli
fuggiti» hanno contribuito come membri del team di lavoro, i brevetti salgono a
66, per un totale di 334 milioni di euro (782 tra 20 anni).
Tra i motivi dell’emigrazione di
tante intelligenti risorse c’è sicuramente lo scarso sostegno economico alla
ricerca. Anche in questo i numeri sono illuminanti: nel 2000 la percentuale
destinata alla ricerca era pari all’1,1% e nel 2011, dieci-anni-dieci dopo, il
progresso è assai poco significativo. La cifra oscilla infatti tra l’1,1% e
l’1,3%, suddiviso in 0,6% da fondi pubblici e 0,5% da privati. E non finisce
qui. Come non bastasse la nota dolente dei fondi, c’è pure quella
dell’organizzazione. Lo studio evidenzia che in Italia manca anche una
struttura centrale in grado di seguire il destino dei finanziamenti e questa
assenza impedisce che i fondi vengano raccolti e distribuiti secondo criteri
meritocratici. In altri termini, i soldi si perdono in mille progetti senza
essere convogliati nei centri «incubatori di idee», parchi scientifici e campus
di ricerca, che stanno invece fiorendo nei paesi più avanzati
La ricerca è rosa: nella lista
dei 50 migliori cervelli italiani al mondo il numero delle donneè raddoppiato
nell’ultimo anno. Ma c’è un ma, la presenza femminile è ancora ridotta nel
ruolo di team leader o detentrice di brevetto. Su 371 brevetti prodotti dai 20
migliori ricercatori italiani all’estero, in 225 progetti (il 65%) hanno
lavorato ricercatrici nel team di studio, mentre solo 16 hanno avuto come
autore principale una donna. Il premio Lilly è andato però a una giovane ricercatrice
che ha scelto di rimanere nel nostro Paese.
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