Le bugie condivise sull'eutanasia di Alessandra Nucci, 05-12-2011, http://www.labussolaquotidiana.it/
C'è una lobby internazionale che
dissemina attivisti a tutte le latitudini per inculturare la domanda di
eutanasia come se essa sorgesse spontanea dalla società e dalla legge naturale.
Per riuscirci gioca con le parole e predispone le notizie in modo tale da
suscitare nelle masse l’emulazione e l’assuefazione. Contando sull’emulazione
si dà ad intendere ad un’opinione pubblica, assordata da una fiumana di notizie
le più disparate, che il proprio Paese sarebbe uno degli ultimi retrogradi a
non riconoscere il “diritto umano” all’”autodeterminazione”, evitando il più a
lungo possibile l’uso della parola eutanasia.
Contando sull’assuefazione si procede per piccoli passi, un oltraggio
alla volta, a inculturare una visione dell’essere umano sempre più materiale, meccanico
e privo di valore intrinseco.
In Italia, nei servizi di
commento alla decisione del fondatore del Manifesto Lucio Magri di recarsi in
Svizzera per il servizio suicidio assistito, è rimbalzata l’informazione
secondo cui l’eutanasia sarebbe legale oltre che nel Benelux (i Paesi nord
europei di Olanda, Belgio e Lussemburgo, una popolazione totale che è meno
della metà di quella italiana) anche in Canada, Australia e in “alcuni stati”
degli USA. Si tratta di informazioni false, ma in quanti sono andati a
controllare?
In Canada l’eutanasia è punita
senza eccezioni, ai sensi della sezione 222 del Codice penale, ovvero come
omicidio. La sezione 241 dello stesso codice vieta il suicidio assistito e
precisa che è proibito assistere, favorire o consigliare il suicidio.
In Australia, nel 1995 lo stato
del Northern Territory fu il primo nel mondo ad approvare una legge per il
“diritto di morire”, con il nome di “Diritti dei malati terminali”, ma nel giro
di nove mesi fu abrogato dal Parlamento federale australiano. Oggi l’eutanasia volontaria e il suicidio
assistito sono illegali in tutti i territori australiani e le uniche leggi
riguardante il fine-vita sono quelle in tema di “direttive mediche avanzate”,
nessuna delle quali permette di chiedere un’assistenza attiva al suicidio.
La china scivolosa
Le tappe della “china
scivolosa” che ha portato l’essere umano
da responsabile della raccolta differenziata a componente alla raccolta
differenziata sono iniziate molto lentamente, salvo poi acquistare velocità mano
a mano che proseguiva la discesa.
Una volta approvata una legge che
introduce il principio della morte come diritto umano, il fenomeno
dell’assuefazione permette di avanzare in modo sempre più veloce sulla strada
della trasformazione della vita umana da
sacra e inviolabile in merce usa e getta.
La Svizzera, che aveva
legalizzato il suicidio assistito per “motivi compassionevoli” nel lontano
1942, oggi è meta di “suicidio turistico”, arrivano stranieri in buona salute e coppie sposate che hanno
fatto un “patto per il suicidio”, e il fondatore dell’Istituto “Dignitas”
definisce il suicidio assistito una “meravigliosa opportunità”. Nel 2007 ha esteso il servizio benevolo anche
a chi è affetto da malattia mentale, ivi compresa la depressione.
L’Olanda ha cominciato dopo ma è
arrivata molto più lontano. Nel 1973 il Paese dei tulipani depenalizza
l’eutanasia limitatamente all’atto compiuto da un medico per “compassione”
verso un malato terminale. Passano quasi vent’anni prima che la Corte Suprema
olandese approvi il suicidio assistito per i depressi, nel 1995. Appena due
anni dopo, nel 1997, arriva il permesso di eutanasia per i neonati disabili.
Oggi, attesta la rivista medica The Lancet, l’8 per cento delle morti infantili
deriva da iniezione letale. Nel 2006 in
Olanda si prevede l’eutanasia dei bambini al di sotto dei 12 anni (Protocollo
di Groningen). Nel corso di questi anni ripetuti studi statistici ufficiali
attestano l’aumento costante di casi di eutanasia da quando è entrata in vigore
la legge, e l’estensione del fenomeno anche a malati non terminali e sempre di
più, come in Svizzera, a quelli che semplicemente non hanno più voglia di
vivere. Oltretutto in Olanda la classe medica si auto-legittima, visto che chi
controlla l’operato dei medici che applicano la legge sull’eutanasia, decidendo
per il bene dei pazienti di farli morire, sono altri medici, anche nei casi nei
quali l’eutanasia non sia richiesta.
Ovviamente all’aumento al ricorso
all’eutanasia corrisponde una diminuzione del ricorso alle cure palliative. E
pazienza se il 99% delle sofferenze fisiche oggi si riescono a sedare e, le
statistiche dicono che il malato curato
e accudito sia fisicamente che psicologicamente non chiede mai la morte.
Oggi si è arrivati fino a mille
casi l’anno di “termination” effettuate senza né richiesta né consenso.
L’ultima proposta partorita
dall’Associazione dei medici olandesi prevede delle squadre di medici volanti
pronti a intervenire a domicilio per mettere fine alla vita su richiesta.
Quando si dice la creatività ..
Non si pensi però che l’Olanda se
ne stia con le mani in mano quando si tratta di divieti. E’ di questi giorni la
severa presa di posizione contro la circoncisione maschile. (È appena il caso
di osservare che la circoncisione per gli ebrei è un sacramento, per i
cristiani è legata alla presentazione di Gesù al Tempio … )
Negli Stati Uniti l’eutanasia è
illegale ovunque e il suicidio assistito è permesso solo in due stati su 50,
l’Oregon e Washington. Quest’anno è morto (di malattia) Jack Kevorkian, che si
è prodigato per anni a forza di gesti shock nell’opera di abituare l’opinione
pubblica americana all’idea del medico pietoso che fa morire i malati.
Ma il Presidente Barack Obama, fra le tante azioni dirompenti di cui in
Europa abbiamo poche notizie, ha inserito nella riforma sanitaria il colloquio di fine-vita, per chiedere ai
pazienti anziani quali cure vorrebbero rifiutare; obbligando per ciò stesso l’anziano a
prendere in considerazione delle alternative alla morte naturale e percepire una sorta di dovere di morire e
togliere il disturbo. Quanto influiranno
sui consigli distribuiti dai medici incaricati di queste consulenze le
considerazioni legate alla spesa sanitaria?
In Austria, il gennaio scorso,
sono state ritrovate, vicino ad un ospedale che si voleva ampliare, delle fosse
comuni con i resti di 200 malati uccisi probabilmente tra il 1942 e il 1944 in
applicazione alla legge sull’eutanasia nazista. Ciò ci ricorda opportunamente
che il Mein Kampf prevedeva, fra i progetti “umanitari” da portare avanti in
Germania insieme all’eugenetica, anche l’eutanasia.
È il caso, alla fine di questa
carrellata, di sottolineare che si sta parlando delle gesta di una piccola
minoranza di attivisti, all’interno di una piccolissima minoranza di Paesi.
Basta guardare infatti oltreconfine per trovare un recente esempio positivo:
in Francia, all’inizio di quest’anno, il
Senato ha bocciato la proposta di legalizzare l’eutanasia. Notevolmente
influenti sono state le mobilitazioni sul tema dei semplici cittadini,
chiaramente in maggioranza, conclusisi con i 700 contestatori che, vestiti di
bianco e riversi a terra davanti alla sede del Senato, avevano atteso davanti
alle telecamere che passasse fra loro la compassionevole "morte"
eutanasica.
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