MEDICINA GLI ESPERIMENTI DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA - Dal cervello al
pc - Un tablet traduce i pensieri in azioni - Nuovo sistema per i malati di Sla
Spegnere la luce Un decodificatore permette, ad esempio, di spegnere la luce di
Adriana Bazzi, abazzi@corriere.it, 2
marzo 2012, http://www.corriere.it/
MILANO - Tradurre il pensiero in
azione nel giro di una decina di secondi: ci riesce un originale sistema di
interfaccia cervello-computer, studiato alla Fondazione Santa Lucia di Roma per
i malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla).
Il prototipo si chiama Brindisys
e, rispetto ai modelli precedenti (per esempio quelli che utilizzano chip
impiantati nel cervello), non è invasivo ed è completo: è formato da una
cuffia, che rileva i segnali inviati dalla corteccia cerebrale, e da un
dispositivo che li traduce in comandi e li trasmette a un tablet. Da quest'ultimo
parte, poi, l'input per l'esecuzione dell'azione.
«Non si tratta di lettura del
pensiero - commenta Febo Cincotti, ricercatore della Fondazione Santa Lucia e
responsabile del team di ricerca - ma di un sistema che interpreta la volontà
del paziente e gli dà la possibilità di scelta. Poniamo, per esempio, che
voglia spegnere la luce. Ecco allora che, sul tablet, compaiono una lampadina
spenta e una accesa e un pallino che passa da una all'altra. Quando il pallino
è sulla lampadina spenta, cioè indica l'azione che il paziente desidera, il
cervello automaticamente genera un certo tipo di impulso (si chiama potenziale
P300) che viene rilevato, interpretato (da un elaboratore miniaturizzato) e dà
il via all'azione».
Questi esperimenti sono condotti
nell'ambito di un progetto di ricerca (il sistema Brindisys non è attualmente
disponibile per i pazienti), finanziato dalla Fondazione AriSla, con il
contributo dell'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, e
richiedono una casa domotica, attrezzata cioè per eseguire automaticamente i
comandi inviati dal tablet.
Il sistema Brindisys, completo di
cuffia e decodificatore dei segnali del cervello, è indicato per i malati che
hanno perso completamente le capacità motorie (la Sla, infatti, è una malattia
che comporta una progressiva paralisi dei muscoli, da cui deriva anche
l'incapacità di parlare, ma lascia intatte le funzioni cognitive) e non
riescono nemmeno a muovere gli occhi.
Prima di arrivare alle fasi più
gravi della malattia, il paziente, che ancora può usare le mani, ma non si
muove e non articola più le parole, può cominciare a utilizzare il tablet per
aprire o chiudere una porta, per esempio, o per dialogare con una persona. In
questo secondo caso, digita una frase sul tablet e un sintetizzatore vocale le
trasformerà in parole o frasi.
«L'ideale - continua Cincotti -
sarebbe fornire questi sistemi di ausilio al paziente fin dall'inizio della
malattia, in modo che si abitui progressivamente a usarli». Gli strumenti oggi
disponibili sul mercato, per aiutare i malati a comunicare, sono numerosi, ma
si tratta di apparecchi che vengono controllati da mouse e joystick o che
funzionano in modalità touch screen. Soltanto i più avanzati si basano sul
movimento oculare.
Nessuno di questi, però, è in grado
di rispondere a tutti gli stadi di disabilità che il paziente attraversa con il
progredire della malattia e tutti hanno bisogno di una minima capacità di
movimento. Il prototipo Brindisys permette, invece, di comunicare con la «forza
del pensiero».
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